Attenzione: la comprensione del Sistema Endocannabinoide potrebbe cambiare la tua vita!


Il sistema endocannabinoide, che prende il nome dalla pianta che ha portato alla sua scoperta, è il più importante sistema fisiologico coinvolto nella creazione e nel mantenimento della salute umana.
Come medico, sono naturalmente prudente rispetto a qualsiasi medicina che si prefigga di curare tutti.
Panacee, rimedi come l’olio di serpente e le costose mode del momento spesso vanno e vengono, con grandi rivendicazioni, ma con scarse prove scientifiche o cliniche per sostenerne l’efficacia.
Mentre esploro il potenziale terapeutico della cannabis, tuttavia, non trovo mancanza di prove.
Infatti, vi è un’enorme quantità di ricerche scientifiche sul potenziale terapeutico della cannabis, più prove di quanto si possa trovare su alcune delle terapie più utilizzate dalla medicina convenzionale.
Dustin Sulak, DO
Maine Integrative Healthcare
Cos’è il Sistema Endocannabinoide?
In ogni tessuto il Sistema Endocannabinoide svolge compiti diversi, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: l’omeostasi, o bio-equilibrio, cioè il mantenimento di un ambiente interno stabile, nonostante le oscillazioni dell’ambiente esterno.
Gli endocannabinoidi, molecole che il nostro corpo produce, attivano i loro recettori, che sono presenti in tutto il corpo: nel cervello, negli organi, nei tessuti connettivi, nelle ghiandole e nelle cellule immunitarie.
I cannabinoidi promuovono l’omeostasi a tutti i livelli della vita biologica, dal sub-cellulare agli organi e all’organismo e, probabilmente, alla comunità e oltre.
Ecco un esempio: l’autofagia, un processo in cui una cellula sequestra parte del suo contenuto per essere auto-digerito e riciclato, è mediato dal Sistema Endocannabinoide.
Questo processo mantiene vive le cellule normali, consentendo loro di mantenere un equilibrio tra la sintesi, la scomposizione, e il successivo riciclaggio nei prodotti cellulari; inoltre, ha un effetto mortale sulle cellule tumorali maligne, causando loro un suicidio cellulare programmato.
Naturalmente, la morte delle cellule tumorali promuove l’omeostasi e la sopravvivenza a livello di tutto l’organismo.
Scopri meglio come i cannabinoidi fungono da agenti anti-tumorali efficaci e quale terapia potrebbe aiutarti a combattere il cancro.
Gli endocannabinoidi sono anche neuromodulatori, permettendo la comunicazione ed il coordinamento tra diversi tipi di cellule.
Ad esempio, quando ci facciamo male, nella zona dove vi è la ferita possono essere trovati cannabinoidi, la cui funzione è:
- ridurre il rilascio di attivatori e sensibilizzatori dal tessuto ferito
- stabilizzare le cellule nervose per evitare che queste scarichino a frequenze eccessivamente alte
- calmare le vicine cellule immunitarie per impedire il rilascio di sostanze pro‐infiammatorie
Questi sono tre diversi meccanismi d’azione, su tre diversi tipi di cellule per un solo proposito: minimizzare il dolore ed il danno causati dalla ferita.
Se vuoi saperne di più sui cannabinoidi come analgesici, leggi qui. Scopri perché i cannabinoidi sono l’opzione migliore per il dolore cronico, il dolore neuropatico o il dolore infiammatorio.
Cosa sono i Recettori Cannabinoidi?
Le urocordate di mare, i piccoli nematodi, e tutte le specie vertebrate condividono il sistema endocannabinoide come parte essenziale della vita e dell’adattamento ai cambiamenti ambientali.
Confrontando la genetica dei recettori cannabinoidi in specie diverse, gli scienziati stimano che il sistema endocannabinoide si sia evoluto in animali primitivi oltre 600 milioni di anni fa.
Mentre può sembrare che sappiamo molto sui cannabinoidi, i circa ventimila articoli scientifici hanno appena cominciato a far luce sull’argomento.
Probabilmente esistono grandi lacune nella nostra attuale comprensione, e la complessità delle interazioni tra diversi cannabinoidi, tipi cellulari, sistemi e singoli organismi, può ancora offrire nuovi modi di guardare alla fisiologia e alla salute.
La seguente breve panoramica riassume ciò che sappiamo (senza indugiare su terminologia e meccanismi altrimenti pedanti per il grande pubblico) .
I recettori dei cannabinoidi sono presenti in tutto il corpo, incorporati nelle membrane cellulari; si ritiene siano più numerosi rispetto a qualsiasi altro sistema ricettoriale.
Quando i recettori dei cannabinoidi vengono stimolati, questi avviano una varietà di processi fisiologici.
Attualmente esistono due recettori cannabinoidi riconosciuti: CB1, prevalentemente presente nel sistema nervoso (è infatti il più abbondante recettore della famiglia “G-protein coupled” in tutto il sistema nervoso centrale) ma anche espresso nei tessuti connettivi, gonadi, ghiandole e organi.
CB2, che si trova prevalentemente nel sistema immunitario e nelle strutture associate ad esso.
Molti tessuti contengono recettori sia CB1 e CB2, ciascuno collegato ad un’azione diversa.
Ci sono molti ricercatori (come me e molti altri che indagano su recettori novelli), che suppongono vi sia un numero maggiore di recettori cannabinoidi, ad esempio GPR55 o GPR18, poichè anche essi sono stimolati da cannabinoidi lipidi.
Quello che è importante capire ai fini di questo articolo, è che gli endocannabinoidi sono le sostanze che i nostri corpi creano naturalmente per stimolare questi recettori e che questi sono fondamentali per la vita.
La vita non è possibile a quelli di noi che non hanno recettori dei cannabinoidi.
Esperimenti hanno dimostrato come cancellando il gene che codifica la sequenza dei recettori cannabinoidi (per ottenere animali senza recettori cannabinoide, o KO-/- per gli addetti ai lavori), si impedisca lo sviluppo dell’embrione e la sua sopravvivenza alla nascita.
Se vuoi scoprire perchè i recettori cannabinoidi sono così importanti per il concepimento e lo sviluppo del feto, fino alla nascita e oltre, ti suggeriamo di leggere “cannabis: co-creators of life. From conception to breastfeeding”.
Che cosa è un endocannabinoide?
Le due molecole endocannabinoidi meglio studiate sono chiamate anandamide (dal sanscrito, ananda, che sta per beatitudine) e 2‐arachidonoylglycerol (2‐AG).
Queste molecole sono sintetizzate all’occorrenza da derivati dell’acido arachidonico della membrana cellulare, hanno un effetto locale e una breve biodisponibilità, prima di essere degradati da enzimi di endocannabinoidi (o detti dell’acido grasso ammide idrolasi, FAAH, e monoacilglicerolo lipasi, MAGL).
Chimicamente, gli endocannabinoidi sono eicosanoidi (acidi grassi ossidati), e per questo motivo durante il Simposio dell’International Cannabinoid Research Society del 2014 a Baveno, Italia, è stato proposto di modificare la nomenclatura degli “endocannabinoidi” a “eicosanoidi” al fine di prevenire lo stigma per terapie destinate al sistema cannabinoide, ma chiaramente mancanti della componente cannabis. (Questa modifica non è però mai avvenuta).
I fitocannabinoidi sono sostanze vegetali che stimolano i recettori dei cannabinoidi.
La maggior parte dei fitocannabinoidi sono stati isolati dalla Cannabis sativa, ma si è scoperto che altre erbe mediche, come l’ Echinacea purpura, contengono anch’essi cannabinoidi non psicoattivi.
Il delta‐9‐tetraidrocannabinolo, o THC, è certamente la molecola più famosa, probabilmete per la sua psicoattività, ma altri cannabinoidi stanno guadagnando l’interesse di ricercatori e medici grazie alle loro proprietà curative (che sono ulteriormente discusse qui), come ad esempio il cannabidiolo (CBD), il cannabinolo (CBN) e cannabinoidi acidi (THCA).
È interessante notare che la pianta di Cannabis utilizza i cannabinoidi che produce per promuovere la propria salute e prevenire malattie.
I cannabinoidi hanno proprietà antiossidanti che proteggono dalle radiazioni ultraviolette foglie e infiorescenze – I cannabinoidi neutralizzano i radicali liberi nocivi generati dai raggi UV, proteggendo le cellule.
Nell’uomo, i radicali liberi causano invecchiamento cellulare e indebolimento della spinta alla guarigione, tutte cause che possono portare ad una varietà di patologie, da neurodegenerative a disturbi immunitari o cancri.
Gli antiossidanti trovati nelle piante sono stati a lungo promossi come integratori naturali per prevenire danni da radicali liberi.
(Qui troverete molte ricette ricche di antiossidanti da includere nella vostra dieta)
Cannabinoidi sintetici
Molecole di cannabinoidi sono anche state sintetizzate e, mentre alcune rimangono principalmente nel campo della ricerca (generalmente quelle con codici lunghi di lettere e numeri, es: WIN55-212-2), diversi analoghi sintetici di THC o THC+CBD o CBD sono prescritti per l’assunzione orale o sublinguale.
Puoi consultare qui per un articolo di guida sulla composizione di spray orale THC+CBD.
Il CBD o CBD crudo (+ CBDa) è disponibile in molti Paesi come integratore alimentare a causa della mancanza di prescrizioni restrittive su composti non psicoattivi.
Tuttavia, ti incoraggio a verificare la certificazione dei fornitori come ho descritto meglio in questo articolo: “L’importanza dell’Analisi dei Cannabinoidi” e, se siete in dubbio, potete consultare Nature Going Shop, una vetrina sostenibile aperta recentemente per mettere in contatto i consumatori con prodotti sicuri.
Se siete interessati a sapere quali Paesi approvano l’uso medico di questi cannabinoidi e quali patologie sono state autorizzate con la prescrizione, vi consiglio di controllare qui o guardare il video.
Per capire se l’intera pianta o un composto singolo può essere la scelta migliore per te, leggi qui.
Crediti
Questa introduzione al sistema endocannabinoide è stato scritta grazie alla brillante revisione annuale della recente letteratura scientifica intitolata “Emergenti applicazioni cliniche di cannabis e cannabinoidi” di Paul Armentino, Vice Direttore della NORML, (potete sostenere il loro lavoro!), che ha il dono di saper riassumere in modo preciso e divulgativo un argomento tanto complesso, e ho ritenuto fosse l’approccio migliore.
Tutta le informazioni riportate derivano da un esteso lavoro di revisione su oltre 15,899 articoli scientifici riguardanti i cannabinoidi pubblicati su PubMed, oltre ad un interessante discorso del Dr. William Courtney (autorità nr.1 sulla medicina con cannabis cruda) durante il Simposio annuale dell’ICRS nel 2014, ed infine, dalla mia comprensione da anni di studi e lavoro di ricerca nel campo della cannabis.
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