E se gli psichiatri prescrivessero gite nei boschi anziché antidepressivi?


Highlights:
- Gli “Shinrin-yoku” o “bagni nella foresta” sono una pratica comune in Giappone e consistono in brevi gite nei boschi che permettono di respirare sostanze volatili (terpeni) capaci di migliorare l’intera funzione immunitaria.
- Ad oggi sono più di 10.000 i terpeni individuati, diversi tra loro in struttura, aroma e funzione. Limonene, linalolo e fitolo hanno dimostrato proprietà anti-depressive e calmanti, con effetti ansiolitici.
- I soggetti sottoposti a “bagni nelle foreste” in studi clinici giapponesi hanno riportato una diminuzione significativa delle concentrazioni di adrenalina e noradrenalina nelle urine
- È stato dimostrato che un “bagno nella foresta” al mese può essere una raccomandazione ideale per un programma di prevenzione di stress e depressione.
Contenuti dell’articolo:
1) Cosa sono e quali sono i benefici degli “Shinrin-yoku” o “bagni nella foresta”
2) Quali terpeni possono funzionare come antidepressivi e ansiolitici?
3) Effetti dei “bagni nelle foreste” sullo stress ormonale
4) Quanto spesso si dovrebbero compiere queste gite nei boschi?
5) Supportaci & Referenze Scientifiche
Grazie alla presenza di fragranze e profumi, in particolare modo quelli emanati dalle conifere (fitoncidi), comunemente noti come “oli essenziali legnosi”, il rischio di problemi psicosociali legati allo stress risulta essere inferiore negli individui che compiono regolarmente tali gite nei boschi come parte integrante del loro stile di vita. (1, 2)
Le resine prodotte dalle piante nelle foreste sono principalmente composte da terpeni, molecole lipidiche che ricoprono un ruolo chiave nei rimedi erboristici tradizionali (oltre che ad una varietà di scopi, da aromi per la cucina a profumi di detergenti).
La natura ci offre un’incredibile varietà di terpeni di immensa importanza per tutti noi. Sono infatti più di 10.000 i terpeni individuati fino ad ora, diversi tra loro in struttura, aroma e funzione.
Alcuni esempi sono l’umulone, costituente del luppolo, responsabile del sapore amarognolo della birra; il mentolo, parte integrante di molti dentifrici; la citronella comunemente usata in detersivi liquidi; il geraniolo, presente negli spray anti-zanzare e la lavanda, per tisane serali…
Alcuni terpeni dimostrano proprietà anti-depressive e calmanti, con effetti ansiolitici.
Chiaramente, ad esclusione di specifiche allergie, questi terpeni sono sostanze ampiamente sicure e vengono perciò utilizzate in un’ampia gamma di attività umane. Ciò nonostante, le potenzialità dei terpeni non vengono ancora prese con la giusta considerazione dalla maggior parte di psichiatri e psicologi. (3)
Quali terpeni possono funzionare come antidepressivi e ansiolitici?
Limonene
Numerosi studi comportamentali in seguito alla somministrazione di olii citrici su roditori sono stati effettuati. I risultati di tali test hanno dimostrato come il limonene riduca significativamente i livelli di ansia e stress sociale. (6;7)
È stato infatti dimostrato come questa molecola veicoli le sue proprietà antidepressive attivando i recettori 5-HT 1A che portano ad un successivo rilascio di serotonina (un neurotrasmettitore capace di regolare l’umore) nella corteccia prefrontale; questa è la parte del cervello associata a funzioni quali l’espressione personale, le interazioni sociali ed i processi decisionali.
In aggiunta, il limonene aumenta anche i livelli di dopamina (un altro neurotrasmettitore in grado di portare sensazioni di appagamento) nell’ippocampo; la parte del cervello responsabile dell’apprendimento e della memoria. (8; 9)
Questi effetti sono stati confermati da uno studio clinico che ha visto un gruppo di pazienti depressi ospedalizzati essere sottoposti ad inalazioni di fragranze citriche presenti nell’aria, con una successiva normalizzazione della Hamilton Rating Scale of Depression, e l’interruzione con successo di farmaci antidepressivi in 9 su 12 pazienti e perfino un miglioramento globale della risposta immunitaria (Scopri come l’infiammazione contribuisce enormemente ad aumentare gli stati depressivi qui) (10)
Linalolo
Il linalolo è un terpene largamente noto per la sua attività ansiolitica. È un terpene psicotropo e gioca un ruolo cruciale negli effetti sedativi e calmanti veicolati da piante come la lavanda e la cannabis.
Il linalolo agisce attraverso la modulazione di GABA. Questo rende questo olio essenziale importante per il trattamento di convulsioni, stress ed ansia. (GABA è infatti il principale neurotrasmettitore inibitore e viene attivato da ansiolitici e anticolvulsivi).
L’olio di lavanda può anche essere di aiuto per controllare comportamenti ossessivi legati a stati di dipendenze (ad esempio shopping o alimentazione compulsiva o assunzione di droghe).
Uno studio clinico con pazienti obesi sottoposti a bypass gastrico ha riscontrato una riduzione del bisogno di assunzione di morfina nei pazienti sottoposti a somministrazioni di olio essenziale di lavanda. Riduzione non registrata nel gruppo di controllo a cui tale olio non era stato somministrato. (12)
Fitolo
Il fitolo, presente nella maggior parte delle piante verdi, aumenta GABA, bloccando uno degli enzimi che lo decompone.
Effetti dei “bagni nelle foreste” sullo stress ormonale
I livelli di adrenalina e noradrenalina liberi presenti nelle urine, forniscono una misura affidabile della concentrazione presente nel sistema sanguigno di questi ormoni. Bassi livelli di stress vengono generalmente associati con una diminuzione della concentrazione di attività adrenosimpatica.
Similmente, i soggetti sottoposti a “bagni nelle foreste” in studi clinici giapponesi hanno riportato una diminuzione significativa delle concentrazioni di adrenalina e noradrenalina nelle urine; un evento registrato tanto per soggetti di sesso maschile quanto di sesso femminile. (1)
Successivi studi di follow-up sono stati condotti nel 2008 con l’obiettivo di verificare se tali ridotti livelli di stress fossero esclusivamente legati al maggior tempo libero dal lavoro a disposizione dei soggetti o meno. Questa volta è stato richiesto ai soggetti di passeggiare non in un bosco ma in una normale città, in totale assenza di foreste o parchi.
La visita turistica alle città non ha registrato alcun effetto sui livelli di stress ormonale, suggerendo come sia proprio la presenza di un ambiente naturale l’elemento chiave per ottenere risultati positivi sullo stress ormonale, come evidenziato nella figura seguente.
Inoltre, bassi livelli di adrenalina in circolazione nel corpo sono stati associati ad un aumento diretto dei linfociti NK, cellule del sistema immunitario di grande importanza per la loro attività anti-tumorale come spiegheremo nel prossimo articolo su terpeni che aiutano la prevenzione dei cancri. (13, 14)
Quanto spesso si dovrebbero compiere queste gite nei boschi?
Nei soggetti partecipanti allo studio, la maggior attività immunologica e la contemporanea minor risposta allo stress è perdurata per più di 30 giorni dopo la gita nei boschi, suggerendo come un “bagno nella foresta” al mese possa essere una raccomandazione ideale per un programma di prevenzione di stress e depressione.
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Referenze:
3) Simonsen, J L (1947) The Terpenes. Volume I (2nd edition), Cambridge University Press, 230-249
Spiace leggere titoli di questo genere: vi si legge una sottovalutazione della grvità di malattie che hanno un impatto umano e sociale disastroso. Passeggiare nei boschi fa sicuramente bene al corpo e all’anima, ma “sostituisce” gli antidepressivi? Gli antidepressivi sono medicine che gli psichiatri prescrivono a persone che fanno i capricci e che potrebbero guarire con un po’ di aromaterapia? Forse l’autore di questo articolo non ha chiaro di quale tipo di patologie stia parlando.
Io penso che gli psichiatri sono degli psicologi falliti, e siccome prescrivono medicinali che di norma vengono assunti per lungo tempo (spesso non puoi più abbandonarli), non di rado gli effetti collaterali si manifestano e vengono curati come malattie a sé stanti aumentando un circolo vizioso da cui non ne esci più, e la percezione del paziente sarà tale che la depressione aumenta se non dispone dei medicinali, quindi, se evidenze scientifiche dimostrano che i fitoncidi migliorano la risposta immunitaria e la depressione, ben vengano a mettere un po’ di equilibrio.
Le attività da fare per migliorare il tuo equilibrio psicofisico, non devono fermarsi ai fitoncidi, ve ne sono altre da aggiungere a tua discrezione, per molto tempo senza effetti collaterali.
Luciano, a parte che si vede che sei sulla buona strada per il complottismo e che ne sai meno di chi ha scritto l’articolo, ma semmai è il contrario. Semmai è accettabile pensare che chi ha ripiegato su psicologia sia qualcuno che non abbia avuto la stoffa di affrontare medicina. Ma anche questo è un luogo comune.
Sta di fatto che gli psichiatri sono medici, gli psicologi no e come tali il loro compito è affrontare delle malattie a cui gli psicologi non possono fare nulla con la sola terapia.
Perché se una persona si sente molto meglio o completamente “guarita” tramite una delle tante cose citate in questo articolo allora non era una persona malata dato che questi rimedi sono meri palliativi.
Come aveva scritto Virna, è probabile che l’autore dell’articolo non abbia ben chiari gli argomenti trattati e che abbia scritto l’articolo su una sorta di onda emotiva.
Gli antidepressivi e altre medicine sono rimedi per persone che hanno a che fare con malattie serie che non possono essere affrontate da sole. I “bagni nelle foreste” etc sono dei rimedi per quelle persone che hanno passato una giornataccia e/o sono un po’ giù e che in generale non presentano patologie di alcun genere.
Grazie per averci scritto.
Non mettiamo in dubbio l’utlizzo della farmacologia nella psichiatria, ma proponiamo, con questo articolo, l’utilizzo di terpeni prima di prescrivere antidepressivi e/o come terapia complementare.
L’autrice di questo articolo è una neuroscienziata, e in generale tutti gli articoli postati su questo magazine sono scritti esclusivamente da esperti dei settori.
E se ciascuno svolgesse la propria professione consapevole dei limiti che gli appartengono e senza sconfinare in ambiti che non appartengono? Siate seri e intervenite entro i confini che vi sono propri.
https://it.wikipedia.org/wiki/Aokigahara
succederebbe questo….
Non mi pare ci sia nulla di scandaloso in questo articolo, anzi è scritto in maniera rigorosa spiegando gli effetti sul metabolismo di un certo stile di vita, di certe sostanze e non per ultimo citando le fonti. Provare a riconsiderare in parte o del tutto un approccio terapeutico non è sintomo di incapacità professionale, anzi è la base per l’evoluzione della medicina. Se giustamente qualcuno non è d’accordo sarebbe utile se entrasse nel merito della questione piuttosto che soffermarsi su presunte incapacità dell’autrice. Ne trarremmo giovamento tutti.